E’ risaputo che quando si pianta un albero, un fiore o qualsiasi altra pianta, le attenzioni maggiori sono richieste nei primi mesi di vita. Lo stesso avviene per gli esseri umani. E’ stato scientificamente provato da studiosi europei ed americani come la differenza di risultati scolastici o comportamenti nella vita sociale non dipendono tanto dalla frequenza delle università quanto dalla frequenza di un asilo nido in quanto questa è l’età in cui si imparano metodi e strategie che in seguito non si imparano più (periodo sensitivo). A ciò si aggiunga che mentre tutti, oggi, frequentano un asilo nido, non tutti proseguono poi gli studi superiori. Da qui la nostra attenzione a questa particolare età evolutiva e la scelta di un Progetto Pedagogico improntato al Metodo Montessori.
Il nido d’infanzia Luba è un servizio educativo e sociale di interesse pubblico impegnato a tutelare i bambini quali soggetti di diritti individuali, giuridici, civili e sociali ed aperto a tutti nel quadro di una politica per la prima infanzia e della garanzia del diritto all’educazione, nel rispetto dell’identità individuale, culturale e religiosa. Esso è rivolto a tutti i bambini/e dai 3 ai 36 mesi di età, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di condizioni personali e sociali e fa parte di una rete privato-pubblico attraverso una Convenzione annuale con Roma Capitale a cui questo modello fa riferimento nelle sue linee principali. Il Servizio si svolge da Settembre a Luglio, con orario 08.00-17.30.
Con questo servizio si aiutano i bambini a crescere in salute e benessere, a superare difficoltà, acquisire abilità, conoscenze, dotazioni affettive e relazionali utili a costruire un’esperienza ricca di stimoli ed armonica.
La Luba promuove il processo di crescita del bambino quale soggetto attivo, inteso come continua integrazione con i suoi pari, gli adulti e l’ambiente per consentirgli di raggiungere, nel rispetto della diversità, i traguardi di sviluppo per quanto riguarda l’identità, l’autonomia, le abilità, le competenze.
In quest’ottica, qualsiasi percorso venga proposto dalle educatrici, deve suscitare “meraviglia”, deve poter tenere vivo l’interesse mettendo il bambino in condizione di poter dire: “Mi è piaciuto, sono cresciuto”.
Il nostro nido si propone, nei confronti dei bambini, di fornire un ambiente rispettoso dei suoi spazi e tempi; nei confronti delle famiglie, di fornire un luogo di sostegno alla genitorialità, in un rapporto di continuità educativa che porta l’asilo ed il genitore verso un percorso comune di crescita del bambino. Ciascun bambino, quando entra al Nido, ha una storia a sé, unica e diversa da tutti gli altri ed il suo rispetto, pari ad un adulto, costituisce il fondamento pedagogico della Luba. L’educazione è intesa come processo globale che promuove lo sviluppo del bambino nelle sue dimensioni affettive, cognitive e relazionali, l’una strettamente connessa alle altre.
.Alla Luba aiutiamo il bambino a prendere coscienza di sé, a vivere in modo creativo; non aspettiamoci le risposte che vorremmo ma riflettiamo sulle risposte che ognuno di loro ci dà secondo la propria individualità, nel rispetto dell’Altro, in un contesto socializzante. Insieme ai genitori li “accompagniamo” verso il loro futuro fatto di regole, di valori, di affetti, di crescita che ognuno di essi vivrà secondo il proprio sviluppo, la propria elaborazione personale ed il proprio pensiero.
L’obiettivo migliore resta quello di una crescita che porti alla ricerca costante di una propria autonomia ed una costante curiosità verso il mondo interiore ed esteriore.
A questo scopo, la Luba adotta un modello pedagogico sistemico integrato fondato sul metodo Montessori ma aperto alla contaminazione con altri modelli sulla base di un criterio funzionalistico e valoriale; i punti salienti di tale approccio pedagogico sono i seguenti:
1. Cura dell’Ambiente.
L’infanzia costituisce un momento creativo in cui il bambino, attraverso i suoi sensi, capta informazioni dall’ambiente che lo circonda e le assorbe tramite la vita stessa, senza fatica alcuna. Montessori definisce la mente del bambino “assorbente”, essa è una mente “privilegiata” poiché gli consente di assimilare le informazioni inconsapevolmente, senza sforzo ma con gioia, leggerezza ed entusiasmo. Attraverso la sua mente, il bambino assorbe in maniera “onnivora”, “instancabile” e “incondizionata” l’ambiente e i vari comportamenti dell’adulto, creando così la sua carne mentale. Ogni cosa che gli è intorno il bambino la fa sua: lingua, abitudini, costumi si “fissano stabilmente nella sua mente”.
Le potenzialità immense della mente del bambino sono guidate da speciali sensibilità, passeggere e specifiche, chiamate “periodi sensitivi”, che permettono l’acquisizione spontanea delle capacità fondamentali per la sopravvivenza da essere umano. Questi “impulsi vitali” spingono il bambino verso determinate attività lasciandolo indifferente verso altre, giusto il tempo necessario per acquisirle e poi spariscono. I periodi sensitivi che caratterizzano i primi 3 anni di vita sono: quello del movimento, dell’ordine, del linguaggio e quello per lo sviluppo sensoriale collegato all’amore dell’ambiente. Per Montessori i periodi sensitivi sono gli “organi interni” della costruzione psichica, lavoratori instancabili e bisognosi di un ambiente capace di offrire mezzi adeguati per il loro nutrimento. E’ l’ambiente stesso ad offrire gli aiuti necessari al soddisfacimento dei bisogni e degli interessi specifici che il bambino manifesta durante l’epoca sensitiva. “In nessuna altra età della vita si ha maggior bisogno di un aiuto intelligente come in questo (…). Noi aiuteremo dunque il bambino non più perché lo consideriamo un essere piccolo e debole, ma perché egli è dotato di grandi energie creative, che sono di natura così fragile da richiedere – per non venir menomate e ferite – una difesa amorosa e intelligente. A queste energie vogliamo portare aiuto”. Quando l’ambiente esterno ostacola la libertà del bambino di agire secondo le direttive del periodo sensitivo, l’opportunità di una conquista naturale sarà perduta per sempre.
Fondamentale è, dunque, la relazione del bambino con l’ambiente in cui vive. L’apprendimento avviene spontaneamente quando il bambino è collocato in uno spazio pre-disposto ad accoglierne le pulsioni alla conoscenza di sé e del mondo. L’ambiente è proporzionato alle sue forze psicofisiche, semplice e limitato, invitante e attraente, ordinato e pulito, sicuro e protettivo: contiene in sé tutti e soli gli stimoli esperienziali necessari al bambino, disposti in un ordine ben leggibile ed invitante, e tale che il bambino possa fruirne in piena autonomia. L’educatrice predispone e cura l’ambiente, e ne diviene parte essa stessa, armoniosamente, inserendosi in un percorso di apprendimento accanto al bambino stesso, percorso che ha per durata l’intera vita, nel quale il bambino, in quanto “embrione spirituale” da custodire ed aiutare nello sviluppo, è la prima guida; i materiali sono studiati per consentire la libera scelta; gli ambienti sono progettati attorno alle esigenze di sviluppo del bambino, a partire dalla loro bellezza, semplicità, attrattività, caratteristiche che Montessori evocava nell’espressione “Voce delle Cose”; essendo i materiali e le attività a disposizione dei bambini, questi si attivano scegliendole ed apprendendone i possibili utilizzi e meta-utilizzi, ovvero la scoperta di funzioni secondarie e creative; sono i bambini, padroni della loro casa, ad apparecchiare per i pasti con vere posate e vere stoviglie, a sparecchiare, riordinare, predisporre i lettini, curare la propria igiene e le proprie funzioni; i bambini sono “aiutati a fare da soli”, come condizione di un reale apprendimento.
Il concetto di un ambiente “a misura di bambino” prende vita nelle prime “Case dei bambini” di Maria Montessori, sorte a partire dal 1907. È in questo tipo di ambiente che è libero di manifestarsi il “bambino nuovo”, un soggetto capace di conoscenza e costruttore del proprio sapere. Egli apprende all’interno di un ambiente organizzato e attraverso uno speciale materiale di sviluppo. Ci si accorge di entrare in una Casa dei Bambini quando si avverte un naturale benessere del bambino, un ambiente gradevole e tranquillo, un ordine naturale nelle cose, nel silenzio, come nell’armonia del loro vociare, dei movimenti e delle attività.
2. Libera Scelta.
Libera scelta, polarizzazione dell’attenzione, concentrazione e ripetizione dell’esercizio sono le caratteristiche principali con cui il bambino si fa parte integrante dell’attività a cui si dedica. È importante che l’adulto conosca i bisogni psicofisici del bambino per mettersi a sua disposizione e favorire lo sviluppo delle sue potenzialità. L’educatore montessoriano, in particolare, attraverso l’attenta osservazione dei singoli bambini che ha di fronte, or i bambini stanno al centro della pedagogia, quali soggetti attivi di ogni attività svolta. E’ il bambino, una volta che gli sia offerto un ambiente adeguato, a guidare il proprio sviluppo, scegliendo e gestendo in maniera autonoma i materiali a disposizione.
L’Educatrice gli mostra l’utilizzo di strumenti nuovi, rispetta i suoi tempi e le sue scelte. Le attività frontali sono una possibilità marginale dell’esperienza didattica. L’educatrice di inglese, ad esempio, semplicemente svolge in inglese la normale vita del gruppo, immergendolo così in un contesto sonoro-linguistico adeguato, divenendo lei stessa ambiente per il bambino. Ciò che ella opera accade nell’ambiente, ed il bambino può scegliere di prendervi parte. Le strategie dell’adulto sono estremamente attraenti: egli adopera canzoni, movimenti, attività amate dagli alunni, lasciando che essi spontaneamente vi prendano parte.
L’azione educativa si esplica principalmente attraverso l’atteggiamento di ascolto e conseguente progettazione e realizzazione di esperienze che rappresentano risposte adeguate alla unicità di ogni bambino, in un ambiente dinamico e flessibile alle esigenze di ognuno, pronti a cambiare e modificare in presenza di segnali che ne richiedano la verifica.
3. Materiali.
I Materiali a disposizione del bambino rispondono alle esigenze delle sue fasi di sviluppo, da un punto di vista psicofisico, ed egli può cimentarsi nel loro utilizzo applicandovi il suo intero essere: pensiero, corpo, emozione. Essi chiamano ad agire visibilmente la mano ed il corpo, e dietro e dentro di essi l’intero sistema in sviluppo: per Montessori “Quando l’uomo pensa, egli pensa ed agisce con le mani”.
A fianco di attività strutturate, quali quelle montessoriane, i Bambini vengono indotti a ripensare e riutilizzare materiali quali la carta, cartoni, stoffe, ecc. in accordo a modalità Munariane diverse.
Sviluppo della manualità e sviluppo dell’umanità sono inscindibilmente legati, e la proposta di materiali ed attività artigianali accompagna così la crescita totale del bambino, che impara a conoscere il proprio corpo, il mondo, la bellezza e l’ordine esteriore come riflesso di una bellezza ed ordine interiore (M.Montessori, B.Munari, S.Guerra Lisi).
4. Socialità.
L’educatrice è per il bambino un fondamentale modello di approccio all’altro da sé, come rilevato dagli studi sul modeling condotti da A.Bandura. Una chiave di lettura per andare incontro a quel lavoro su di sé che Montessori chiama “sviluppo spirituale”, senza cui il maestro non è tale, ci è offerta dal modello di insegnante proposto da Thomas Gordon: esso accetta di trasformare sé stesso nel rapporto con gli allievi, offre loro responsabilità, li considera persone. Evita la scappatoia di focalizzarsi su problematiche legate alla disciplina, promuovendo una comunicazione di controllo su ogni azione dell’alunno. Piuttosto si mette in gioco, impostando una relazione sull’ascolto imparziale.
5. Famiglia
La famiglia, in particolare per l’infanzia, rappresenta il luogo naturale della protezione e conoscenza del bambino e con essa il Nido collabora ancor prima dell’inizio della frequenza, acquisendo attraverso colloqui e appunti su schede individuali una completa anamnesi del bambino. Nel corso dei mesi e anni di frequenza, la collaborazione con le famiglie è costante attraverso informazioni giornaliere, colloqui trimestrali e incontri in occasione di eventi e feste, dando luogo a un vero e proprio tessuto di relazioni sociali e istituzionali che continua anche oltre il periodo di frequenza del Nido.
6. La Natura e l’esserci
La vita di ogni essere vivente si svolge secondo le fasi della Natura, con i cambi di stagione, le manifestazioni periodiche e le ricorrenze da Calendario; utilizzare e sfruttare le circostanze che ci offre il naturale evolversi delle stagioni ci permette di far vivere ai bambini il loro essere presenti, il loro vivere il giorno, considerando altresì che la Natura, da sola, ci offre già infiniti spunti di crescita
7. Gioco
Il Gioco è un diritto fondamentale riconosciuto dalla Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia. Attraverso il gioco il bambino esprime la propria personalità combinando elementi fantastici con quelli reali. Giocando il bambino si confronta con la realtà esterna e con i ruoli che essa propone, sviluppando la sua capacità di cogliere la prospettiva altrui, discriminando il Sé dall’Altro. Per Maria Montessori il gioco è il lavoro, instancabile, del bambino.
Le diverse possibilità di gioco si fanno generalmente rientrare nelle seguenti tipologie:
• giochi in libertà;
• giochi simbolici;
• giochi imitativi;
• giochi con regole.
I giochi in libertà derivano dalla motricità spontanea dei bambini e sono molto utili per rivelare importanti tratti della loro personalità.
I giochi simbolici mantengono la spontaneità dei bambini ma sono caratterizzati dalla trasfigurazione della realtà attraverso la loro immaginazione, grazie anche all’utilizzo di oggetti o piccoli attrezzi ai quali ciascun bambino dà significati particolari.
I giochi imitativi portano ad un adattamento del bambino alla realtà, aumentano la crescita delle sue capacità di comprendere l’ambiente esterno. Si basano sulla ripetizione di atteggiamenti o gesti di vita comune delle persone, movimenti di attività lavorative, di schemi motori di animali.
I giochi di gruppo, con e senza regole, disciplinano i comportamenti dei singoli bambini e consentono l’interiorizzazione delle regole. In questi giochi avviene l’interazione con i compagni, si apprezza la loro presenza ed il loro aiuto, collaborando ognuno per la propria parte.
Dal progetto pedagogico a quello educativo
Le attività facenti parte del Progetto educativo, che costituisce la parte operativa del presente progetto, racchiudono le seguenti cinque aree di intervento formativo, comprendenti attività e obiettivi distinti per le diverse età di ogni bambino:
– Corporeità (tra i principali obiettivi vi sono la padronanza motoria ed il benessere
fisiologico)
– Educazione sensoriale (il principale obiettivo è il rafforzamento della coscienza del sé)
– Linguaggio (tra i principali obiettivi vi sono la promozione delle competenze
comunicative e delle capacità simboliche)
– Natura ed ambiente (il principale obiettivo è la conoscenza dell’ambiente naturale ed artificiale)
– Identità e relazione (il principale obiettivo è la conoscenza di sé e dell’altro)
La Luba, in quanto Asilo Nido Convenzionato con il Comune di Roma, attua il proprio Progetto Educativo in conformità ai criteri generali stabiliti dal Modello Educativo di Roma Capitale.